La prima parte del film, affascina immediatamente lo spettatore proprio per l’idea dell’armadio come strumento di passaggio dal mondo reale a quello fantastico:
potremmo dire che è il momento più bello del film, da quando dall’armadio fuoriescono rotolando per terra le palline di naftalina, a quello in cui le figure dei ragazzi si muovono nel buio, indietreggiando, sfiorando inizialmente le pellicce e i cappotti appesi, e poi, man mano, incontrando con le dita qualcosa di più freddo e impalpabile: i rami e le fronde innevati degli alberi di Narnia...
Il film, uscito nel 2005 e diretto da Andrew Adamson, regista
neo-zelandese e già autore di “Shrek”, venne co-prodotto dal figliastro
di Lewis, Douglas Gresham; buona parte è stata girata in Nuova Zelanda (le scene che si svolgono in primavera ci mostrano la bellezza di questa terra), il resto nella Repubblica céca.
Le due ore e venti, la durata del film, scorrono velocissime...
Come abbiamo accennato precedentemente, Lewis amava la mitologia:
nel film, la Strega Bianca, trasforma gli esseri viventi e gli animali in pietra; il riferimento è qui alla mitologia greca, secondo la quale chiunque guardi per un solo attimo una Gorgona, si trasforma in pietra.
(La gorgona più famosa era Medusa).
Troviamo anche la presenza delle Driadi, figure della mitologia greca e romana: esse sono gli spiriti degli alberi, vivono e muoiono con il loro albero.
I minotauri, presenti nella seconda parte del film, fanno parte della mitologia greca: si tratta di mostri che esigevano sacrifici annuali.
L’unicorno, invece, è un animale mitologico
che rappresenta bontà e purezza.