Il cinema, nato alla fine del XIX secolo, come sappiamo, viene definito convenzionalmente come “settima arte”, là dove le altre sei che lo precedono sono:
-1 Architettura
-2 Musica
-3 Pittura
-4 Scultura
-5 Poesia
-6 Danza
Alla base dell’illusione ottica che noi chiamiamo comunemente “cinema”, sta la rapida successione di immagini le quali contengono una ripresa frazionata della stessa azione; le sequenze filmiche sono possibili grazie ad una nostra imperfezione degli occhi, cioè la “resistenza retinica”: l’illusione del movimento è data dallo scorrere, davanti ai nostri occhi, di ventiquattro immagini statiche al secondo, che vengono però da noi percepite come una sequenza in movimento. La cadenza dei ventiquattro fotogrammi al secondo, fu introdotta nel 1930 con il sonoro ed è lo standard attuale del cinema.
Rudolph Arnheim (1904 - 2007), critico d’arte tedesco, nel libro “Il film come arte” (1932), riprende le teorie di Ejzeinstejn e di Pudovkin sostenendo l’autonomia del linguaggio cinematografico, il quale deve comunque riallacciarsi a quello pittorico e teatrale, ma, nel contempo, mantenere la sua forma unica di movimento di immagini ripreso da più punti di vista.